Storytelling

20 FEBBRAIO 2015

#LdbStorytelling: La Storia va in scena. Testimonianza di Cristina Cenedella

Quarantaquattresima storia per la rubrica #LdbStorytelling!

Come rendere accessibili e divulgativi i documenti archivistici, senza rinunciare al rigore scientifico? A rispondere alla prof.ssa Cristina Cenedella, direttore del Museo storico e responsabile degli Archivi storici del Museo Martinitt e Stelline a Milano, protagonista della testimonianza “La Storia va in scena”, svoltasi il 27 novembre 2015 presso la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” di Bari.

I proponenti dell’iniziativa, Archivisti Itineranti, hanno voluto raccontare l’esperienza con grande entusiasmo attraverso un dettagliato racconto, affidato alla penna di Anna Gernone, a corredo della loro videogallery fotografica.

Buona lettura e buona visione. Alla prossima storia!

 

PRESENTAZIONE DEL VIDEO STREAMING a cura di Anna Gernone

INTRODUZIONE

Bilancio positivo per la realizzazione della Testimonianza  “La Storia va in Scena”. Nuove frontiere tecnologiche di fruizione multimediale per gli archivi storici, svolta sotto forma di seminario di studi nell’Auditorium della Biblioteca nazionale di Bari “Sagarriga Visconti Volpi”, il 27 novembre 2014, che ha visto la partecipazione, in qualità di testimone d’eccellenza, della docente milanese Prof.ssa Cristina Cenedella.

Il pubblico presente, molto interessato ed attento era composto da giovani e meno giovani, studenti e professionisti, membri del gruppo proponente “Archivisti itineranti” e soci dell’ANAI, partner principale della proposta, ma anche da impiegati e funzionari delle principali istituzioni culturali della Provincia di Bari, cioè della Soprintendenza ai Beni archivistici, dell’Archivio di Stato, della Biblioteca nazionale, che ha ospitato l’incontro, e della Direzione regionale per i BB. AA. e PP., che ha contribuito con un intervento finale per aprire il dibattito.

Ai partecipanti l’ANAI Sezione Puglia, associazione nazionale di categoria per gli operatori del settore archivistico, ha rilasciato attestati di partecipazione al seminario, data la pregnanza didattica degli argomenti affrontati.

Gli interventi introduttivi che si sono succeduti, quello di Anna Gernone, organizzatrice e referente del gruppo proponente “Archivisti itineranti”, di Eugenia Vantaggiato, Direttrice della Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti Volpi, padrona di casa, al contempo Direttrice ad interim dell’Archivio di Stato, e di Ermindo Lanfrancotti, Presidente ANAI Puglia, hanno sottolineato come l’argomento della testimonianza proposta sia coerente con il fine delle azioni dei Laboratori dal Basso, in quanto anche i beni culturali, e quindi anche gli archivi storici, di non facile accessibilità e fruibilità da parte dei non addetti ai lavori, possono essere compresi e comunicati attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali che consentono un approccio interattivo multisensoriale, coinvolgente per il pubblico di turisti e visitatori, fornendo lo spunto per il nascere di innovative ed inedite idee imprenditoriali giovanili.

Quest’iniziativa ha consentito, inoltre, di valorizzare il percorso formativo dei giovani che si iscrivono alla scuola di grado universitario di APD (Archivistica, Paleografia e Diplomatica), sita nell’Archivio di Stato, e di sensibilizzare l’opinione pubblica  sull’ANAI Puglia, associazione  nazionale di categoria dei professionisti di archivistica, che nel suo programma culturale ha inserito visite guidate periodiche alla scoperta di archivi significativi sul territorio pugliese, denominate “Archivisti itineranti”, definizione che ha, poi, ispirato la formazione del gruppo informale proponente la Testimonianza in oggetto.

LA TESTIMONIANZA

Il lungo intervento seminariale della protagonista, invitata a raccontare la sua personale esperienza nella genesi e sviluppo della trasformazione dell’Archivio storico e Museo Martinitt e Stelline nel 2008-2012, ha dimostrato come grazie alla strenua volontà della testimone, nel ruolo di Dirigente della struttura, insieme al comitato scientifico che ha studiato a fondo le modalità ed il percorso di musealizzazione, e grazie a finanziatori attenti e sensibili, sia stato possibile concretizzare il progetto di “portare alla luce, di mostrare al pubblico milanese (e non solo) una parte della storia della città, non una storia con la S maiuscola, ma la storia più sommessa, quotidiana e popolare degli antichi orfanotrofi milanesi, quello maschile detto dei ‘Martinitt’ e quello femminile detto della ‘Stella’[…]. E proprio la meraviglia, la capacità di stupire e l’entusiasmo che questi documenti poveri hanno sempre suscitato nei loro lettori selezionati hanno fatto sorgere” nella testimone “il desiderio prepotente di […] di restituire al pubblico un bene comune, un bene appunto collettivo”, i documenti d’archivio di questi due enti assistenziali di origine cinquecentesca, soppressi negli anni ’70 del 1900, poi confluiti nella gestione del Pio Albergo Trivulzio, struttura per gli anziani aperta nel 1791, tuttora esistente.

Il museo realizzato è stato concepito come luogo simbolico dove la molteplicità delle fonti (in grandissima maggioranza documentarie, ma anche librarie, artistiche e fotografiche) diventasse per  il fruitore un “vero luogo della memoria”.

E’ stato messo a punto, così, un coinvolgente percorso multisensoriale, rigoroso nella ricostruzione storica, in cui i documenti esposti possono essere sfogliati come libri virtuali, ma anche riproposti su monitor e proiettati su schermi.

Il visitatore sceglie quale percorso intraprendere attivando le varie installazioni proposte, immergendosi in un’esperienza sorprendente: ascolta un attore recitare un documento, vede apparire foto degli ospiti della struttura in particolari situazioni, ammira l’iconografia storica, si gode filmati che ricordano gli oggetti e i fatti di cui si parla, ascolta basi sonore d’epoca e rumori fuori scena.

Va da sé che un museo concepito con questo nuovo approccio espositivo diventa fortemente comunicativo e didattico, poiché la comprensione avviene in modo percettivo ed esperienziale, e la conoscenza si arricchisce di emozioni, che favoriscono il processo di apprendimento.

Sfogliando i fascicoli dei piccoli ospiti degli orfanotrofi milanesi vengono affrontate tematiche varie che vengono raccontate durante la visita delle sale multimediali. Conosciamo così i mestieri antichi dei cittadini degli umili strati sociali, il contesto sociale e lavorativo della Milano di Primo Novecento, il mondo del lavoro e delle fabbriche dove gli orfani svolgevano l’apprendistato. Si ha, quindi, un’idea dei luoghi in cui gli orfani vivevano, studiavano, giocavano e lavoravano: refettorio, dormitorio, cortile, aule scolastiche, stireria, cucina.

La ricostruzione, poi, di un’aula di scuola elementare della fine dell’800 permette di calarsi nelle lezioni tenute da un maestro virtuale, interpretato da un attore, negli anni 1872-1873.

La fine del percorso interattivo culmina con due sale-salotto dei dipinti dei filantropi, una sorta di pinacoteca di carattere celebrativo, “sale d’epoca” (ambienti a tema di tipo scenografico-teatrale), che gettano luce sui personaggi che hanno fatto beneficienza alle due istituzioni assistenziali.

INTERVENTO FINALE

La testimonianza si è conclusa con un breve intervento dell’architetto Francesco Longobardi della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici per la Puglia, che ha illustrato lo stato dell’arte dei lavori di musealizzazione del complesso di S. Scolastica, nel centro storico di Bari, in cui ugualmente si va delineando un percorso di spettacolari scenografie multimediali tra luci, installazioni virtuali e filmati sceneggiati, che raccontano la millenaria storia del sito monumentale che accoglierà nel prossimo futuro il museo archeologico provinciale di Bari.

Testo a cura di Anna Gernone. Bibliografia consultata:

MARIANNA  BELVEDERE,  CRISTINA  CENEDELLA  (a  cura  di),  La  Storia  va  in  scena.  Appunti  di

museologia del percorso di realizzazione del Museo Martinitt e Stelline di Milano, Milano 2012.

 

 

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